Nazim Hikmet
Prima di tutto l'uomo
Non vivere su questa terra come un estraneo
o come un turista della natura.
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre:
credi al grano alla terra al mare ma prima di tutto credi nell'uomo.
Ama le nuvole le macchine i libri ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che si secca
dell'astro che si spegne
dell'aimale ferito che rantola
ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia le quattro stagioni ti diano gioia
ma soprattutto a piene mani ti dia gioia l'uomo!
(ultima lettera al figlio)
Da: "Lettere dal Carcere a Munevver"
1942
Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto
1943
Amo in te l'avventura della nave che va verso il polo amo in te l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte amo in te le cose lontane amo in te l'impossibile entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole e sudato affamato infuriato ho la passione del cacciatore per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile ma non la disperazione.
Nazim Hikmet
Nacque a Salonicco nel 1902.
Esponente di spicco della cultura turca del '900,
scrisse molte delle sue poesie durante la detenzione in carcere.
Si trasferì negli anni '20 in Russia
e rientrato successivamente in Turchia
fu condannato per la sua opposizione al regime e per propaganda comunista.
Rimesso in libertà nel 1950, si stabilì a Mosca dove morì nel 1963.
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